La poesia di Fortuna Della Porta si muove in una topografia di rovine, esibendo un plurilinguaggio con l’abilità di un rhetoricoeur, improvvisando paronomasie e anafore, introducendo senso e determinando cortocircuiti tra suono e suono; mima il senso, un senso plausibile ed effimero, scommette sulla analogia e sulla paronomasia.