Un ” mistero” aleggia, dall’inizio alla fine, nel romanzo. Ma non è determinante.
Il lettore non è coinvolto in un giallo, non è interessato all’indagine sul responsabile di un atto criminale, sul come e perché è accaduto.
Dimentichiamo presto la caduta rovinosa di Arianna, la paralisi, lo stato comatoso in cui precipita.
Veniamo catturati da brandelli di coscienza, ricordi che, in ordine sparso, si ripresentano alla mente della protagonista, prendono corpo e diventano pezzi di vita dolorosa e sanguinante.
Riaffiora un amore mai passato, l’amore per Lorenzo, adolescente come lei, incapace di fronteggiare l’ostilità dei genitori di Arianna che la costringono ad interrompere una gravidanza che i due giovani avrebbero voluto portare avanti. Insieme.
Stessa sorte toccata, decenni prima, a Carlotta, sorella del padre di Arianna: adolescente, era rimasta incinta e, costretta dalla famiglia ad abortire, si era per sempre negata all’amore. La zia difende la nipote, la protegge, ma nulla può contro le indiscutibili decisioni del fratello.
Ogni giorno Elisa, fedele amica, si reca in ospedale per raccontare ad Arianna pezzi del loro passato, trascorso una accanto all’altra, in simbiosi, come due gemelle. Spera che apra gli occhi e ritorni a lei.
L’aiuta Andrea, innamorato di Arianna, convinto che prima o poi lascerà il marito e accetterà il suo amore.
I personaggi si raccontano, mettono a nudo il loro animo, rivivono pezzi delle loro storie.
Incastrati in vite difficili e dolorose, cercano di spiegare le loro scelte.
Ranieri, marito di Arianna, che tutti ritengono responsabile della caduta della moglie, vive come un macigno il matrimonio con una donna che è ” un pezzo di marmo.  Non mi ha mai fatto la cortesia di una litigata… mai una replica, una parolaccia, un sano battibecco per poi far pace fra le lenzuola. Così bella e così irraggiungibile e glaciale.”
Incompresi, introversi, solitari, abbandonati, i personaggi confessano le proprie debolezze, i sogni, i fallimenti, gli amori perduti, il vuoto degli affetti, azioni e decisioni prese da genitori autoritari, da padri-padroni che hanno determinato percorsi di vita dolorosi e lacerazioni inguaribili.