Una silloge che porta con sé il richiamo ad una poesia antica e dimenticata, e reca il germe d’una contemporaneità che pare lasciare lentamente il passo ad una inquietudine/quiete, che possa sbocciare come un fiore, per dipanare il costrutto dell’Essere e dell’universo attraverso cruente parabole, composte da scomodi versi impiantati in scale di lenta ascesa della conoscenza.